Minuscoli e numerosissimi, gli acari della polvere che si annidano soprattutto in camera da letto sono responsabili ben del 50% di tutte le reazioni allergiche.


Nell’aria non c’è neanche un polline, non è stagione, eppure continui a starnutire, il naso cola e gli occhi arrossati lacrimano, hai forme di rinite allergica fino a possibili crisi di asma. E, come se non bastasse, sulla pelle compaiono eczemi pruriginosi. Manifestazioni che sembrano riacutizzarsi in ambienti chiusi, umidi e caldi. Come si spiega questo mix di disturbi? Con il fatto che potresti essere allergico alla polvere, o meglio agli acari della polvere, responsabili ben del 50% di tutte le reazioni allergiche.

 

Gli acari: un nemico (quasi) imbattibile

I punti forti degli acari, quelli che lo rendono difficile da eliminare così da ridurre a zero il rischio di allergia, sono diversi:

  • Sono invisibili all’occhio umano, visto che misurano da 0,2 a 0,4 millimetri di lunghezza;
  • Sono ovunque, annidandosi nella polvere che si deposita su mobili, libri, oggetti, tappeti, moquette, coperte, giocattoli e si sa che per quanto ligi e attenti nel fare le pulizie, purtroppo la polvere non la si elimina mai al 100%;
  • Si riproducono in velocità, la femmina può infatti produrre 1-3 uova al giorno, e in un solo mese possono pullulare in una casa nuova di zecca;
  • Sono numerosissimi, tanto che 1 grammo di polvere può arrivare a contenere fino a 2000 acari;
  • Non soffrono le stagioni, sebbene siano più prolifici e presenti in autunno-inverno quando gli ambienti sono riscaldati e i tassi di umidità superiori, meno in primavera-estate;
  • Si nutrono prevalentemente di squame di pelle, forfora, resti di capelli e unghie lasciando in giro escrementi responsabili delle reazioni allergiche che sono mediate dalle immunoglobuline E (IgE), anticorpi presenti nell’organismo come parte del nostro sistema immunitario.

 

La diagnosi di allergia agli acari della polvere

Lo specialista allergologo può valutare i sintomi di un’allergia agli acari della polvere in funzione della storia clinica delle manifestazioni e di test mirati come:

  • Il Prick test. È il test di elezione per l’allergia agli acari, va effettuato da un esperto e prevede l’applicazione sulla pelle dell’avambraccio di una goccia di sostanze contenenti gli allergeni per i quali c’è sospetto di allergia, favorendone la penetrazione sottocute attraverso taglietto molto superficiale appositamente indotto. Dopo alcuni minuti, in funzione della comparsa di una eventuale reazione in corrispondenza delle varie sostanze, lo specialista sarà in grado di definire, confermare e smentire la presenza di possibili allergie a specifici allergeni. Il vantaggio del Prick test è la scarsa invasività ma soprattutto la possibilità di conoscere immediatamente il risultato allergico;
  • Il dosaggio delle IgE. Si effettua tramite un prelievo di sangue e viene prescritto prevalentemente in due condizioni: quando non è possibile per il paziente sospendere gli antistaminici e in caso di un problema dermatologico che non consenta l’esecuzione del Prick test. Sebbene anch’esso poco invasivo, per conoscere l’esito dell’esame occorre attendere i tempi necessari alla lettura di qualunque altra analisi di laboratorio.

 

L’allergia agli acari può rimanere nascosta

Una particolare attenzione va posta nel caso in cui si abbiano degli animali domestici in casa (cane, gatto o un altro animale con la pelliccia): sono presenze che potrebbero infatti fare passare in secondo piano una potenziale allergia anche agli acari della polvere, scambiandola per altre problematiche come una allergia ai peli degli animali.

 

I luoghi domestici più a rischio

Gli acari possono trovarsi dappertutto, ma con una predilezione per la camera da letto dove trovano un habitat molto confortevole per la loro proliferazione. Si annidano infatti in materassi, cuscini, tappeti, peluche, libri, tende e molto altro. Le precauzioni pratiche per attenuarne la presenza consistono nella messa in atto di (almeno) cinque facili comportamenti:

  1. Attenzione agli arredi. Sono da preferire arredamenti con superfici lisce, eliminando quanto più possibile tessuti e coperte, cuscini e arredi tessili, complementi d’arredo imbottiti. Inoltre per coperte, materassi e cuscini vanno evitate lana e piuma d’oca a favore di coperte e tessuti in materiale specifico antiallergico. Riguardo a fodere per divani, poltrone e cuscino devono essere lavabili. Infine è consigliato conservare giornali, libri, riviste in mobili chiusi o vetrine.
  2. “Abbasso” le temperature. Occorre ridurre e mantenere la temperatura di casa a 21°C nei mesi freddi e l’umidità al 50%, arieggiando spesso tutti i locali, soprattutto la stanza da letto. È indicato anche l’uso di deumidificatori o condizionatori in funzione di deumidificazione come anche di depuratori di aria certificati contro la diffusione di allergeni.
  3. Dedicato ai bambini. Particolare attenzione va prestata ala cameretta dei bimbi. Meno peluche ci sono in giro, meglio è! Ed è raccomandato metterli di quando in quando nel freezer per 24 ore così da uccidere gli acari e lavarli periodicamente a 60°C. Infine, evitare l’accesso in cameretta agli animali domestici.
  4. Speciale pulizia. Tenere gli ambienti puliti è fondamentale, ricorrendo anche agli attrezzi giusti. Ad esempio è raccomandato passare regolarmente in tutta la casa un aspirapolvere dotato di filtro Hepa ad alta efficienza. Inoltre i mobili vanno spolverati spesso con uno straccio bagnato o con un panno cattura polvere, mentre non sono da utilizzare i piumini che semplicemente sollevano e spostano il pulviscolo.
  5. Bucati periodici. È necessario lavare a 60°C tutta la biancheria da letto una volta a settimana. Sbattere infine biancheria, coperte e vestiti fuori dalla camera da letto.

 

La doppia terapia

Le norme pratiche vanno spesso supportate da farmaci efficaci. Oltre a fare uso, dietro prescrizione medica, di una terapia sintomatica per il controllo delle differenti manifestazioni allergiche e che, a seconda dei casi, può avvalersi di spray nasali da banco o cortisonici, di antistaminici in compresse, di colliri di vario tipo per i disturbi che affliggono naso e occhi e/o di terapia inalatoria e broncodilatatori per i sintomi respiratori, oggi è possibile ricorrere a un vaccino antiallergico.

 

L’immunoterapia protegge definitivamente dalle allergie, compresa quella agli acari, e prevede la somministrazione sottocutanea o sublinguale dell’allergene specifico verso cui occorre immunizzarsi. È una terapia a lungo termine, mediamente dura dai 3 ai 5 anni, con un effetto perdurante nel tempo, anche molto oltre la conclusione del trattamento.

 

L’immunoterapia si differenzia dunque per effetti ed efficacia dalle terapie sintomatiche che agiscono solo per il periodo di assunzione e non garantiscono esiti duraturi.

 

In vacanza con l’allergia agli acari

Purtroppo anche in contesti di relax il rischio di allergia agli acari non si azzera. Allora per contenere il problema e trascorrere una vacanza più in sicurezza, sarebbe bene scegliere strutture ricettive adeguate. Si tratta di luoghi e strutture che attraverso una formazione specifica del personale e l’applicazione di idonee misure di bonifica ambientale testate da enti indipendenti, si mettono in regola per accogliere e ospitare persone allergiche. Queste strutture sono reperibili sul Circuito Allergy Free Hotels.

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In questa mini guida abbiamo raccolto informazioni e consigli pratici sulle allergie da monitorare maggiormente in viaggio e in vacanza, e sui luoghi da preferire e quelli da evitare. Infine, le raccomandazioni fondamentali da considerare prima di partire. Scarica ora.

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